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 PIETRO MI AMI TU? 
Guarda don Luigi Giussani che commenta questo versetto del Vangelo di Giovanni
L'AMORE VERO SECONDO GIOTTO

Nessun santo, per quanto grande, potrà mai esaurire le infinite sfumature della divina umanità di Gesù: ad ognuno è dato di manifestare un colore particolare di quell’iride «che per l’universo si squaderna».
Accostandoci ad ognuno di questi colori sentiamo inevitabilmente vibrare corde sempre nuove del nostro cuore, schiudersi profondità sempre più alte della nostra vita, illuminarsi stanze a lungo nascoste della nostra umanità.
In questo Explorer Navigation rivivono proprio questi colori, queste luci, queste sfumature che hanno segnato l’inizio della storia cristiana.
Grazie alla straordinaria capacità dell’autore di dare voce alle immagini della tradizione, il lettore è accompagnato, attraverso i dipinti di Giotto (disseminati tra Padova, Assisi, Roma e Firenze) e ampi brani della Legenda aurea e di altri scritti, ad immedesimarsi innanzitutto con l’irruenza e l’affezione di Pietro, con la sua progressiva e drammatica resa dinanzi al tenace amore di Cristo, e poi con l’abbandono fiducioso che ha segnato la fine della vita terrena di Maria, di Giovanni, della Maddalena, dello stesso Pietro e di Paolo.


Preludio - La vita pubblica di Gesù

Stava dunque là, sulla riva del fiume Giordano, il giorno in cui il Battista indicò quel giovane uomo: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo». Andrea e l’altro, un giovinetto di nome Giovanni, lo seguirono.
«Maestro dove abiti?»
«Venite e vedrete». Andarono e abitarono con lui quel giorno. Erano circa le quattro del pomeriggio.
Poi Andrea corse a casa trafelato, strinse forte la moglie, e vide Pietro: «Abbiamo incontrato il Messia».
Quei tre anni sono iniziati così. Pietro, che sarà il “capo” dei Dodici, non è stato il primo a incontrarlo: si è fidato di suo fratello, ha visto la faccia radiosa di Andrea e si è incuriosito, si è mosso. Nel Battesimo e nelle Nozze di Cana, le prime due scene della vita pubblica di Gesù dipinte da Giotto a Padova, c’è Andrea – veste rossa e manto verde – con l’aureola; e con lui, in entrambe le scene, c’è “l’altro discepolo”, Giovanni, chissà perché senza aureola…


Quattro storie d'amore - La Madonna

L’insuperabile pennello di Giotto ci ha raccontato dettagliatamente come si è conclusa la vicenda di Gesù. E la vita di Maria, come si è compiuta?
Un anonimo pittore giottesco, il “Maestro del coro Scrovegni”, risponde – una ventina d’anni dopo il ciclo affrescato dal maestro – attraverso i sei episodi dipinti nel presbiterio della Cappella di Padova: tre discendenti verso la morte nella parete sinistra, tre ascendenti verso l’Assunzione e l’Incoronazione nella parete destra. La fonte è ancora negli apocrifi.


Quattro storie d'amore - Giovanni

La Madre aveva lasciato in terra Giovanni, colui che Gesù dalla croce le aveva dato come figlio adottivo: «Donna, ecco tuo figlio, figlio ecco tua madre».
Come si concluse la vicenda terrena del «discepolo che egli amava», ovvero di colui che spese tutta l’esistenza per testimoniare che «Dio è amore», Deus caritas est?


Quattro storie d'amore - La Maddalena

E lei, la Maddalena, colei che secondo una suggestiva tradizione apocrifa era stata la promessa sposa di Giovanni tanti anni prima a Cana, come e dove ha concluso la propria storia terrena?


Quattro storie d'amore - Pietro (e Paolo)

E la vita di san Pietro, come si è conclusa?
Lui, il passionale, l’impulsivo; lui che sorpassava «in fervore gli altri apostoli», come scrive Jacopo da Varagine (tanto che – egli aggiunge – se avesse saputo il nome del traditore, «avrebbe fatto a pezzi Giuda coi propri denti»), ebbene proprio lui ora, dopo la Pentecoste, si sorprendeva sempre più spesso in lacrime.
Per quel fervore, per quel fuoco, per quel temperamento passionale tante volte aveva sbagliato: era quindi sempre più grato a Colui che l’aveva preso così com’era.


Epilogo - Lo splendore del Fine

Giotto ha raccontato la fine della vita terrena di Maria, di Giovanni e della Maddalena, di Pietro e Paolo.
Oltre la fine, si spalancherà lo splendore del Fine, com’egli mostra genialmente nel Giudizio universale di Padova. Le schiere dei beati, in basso alla destra del Cristo Giudice, sono aperte dai martiri; quindi i fondatori di Ordini – fra i quali col saio e le stigmate spicca Francesco –; le sante donne, vergini, martiri e regine; a chiudere il corteo i christifideles laici.


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