Caravaggio - L'Urlo e la Luce
Si legge nella bandella del volume di Roberto Filippetti Caravaggio l'urlo e la luce: "E' possibile fondere il rigore scientifico nella 'lettura' dei singoli dipinti e il fascino avvincente del racconto? Sì. Questo libro lo documenta."
Una quarantina di capolavori di Caravaggio, inseguiti per anni e guardati a lungo; quindi disposti in un ideale per-corso entro cinque stanze, in sequenza non cronologica ma tematica.
La storia messa in scena in ogni singola tela viene "raccontata" come folgorante culmine di un atto unico, nell'alveo di un più grande spettacolo teatrale.
I libri di Roberto Filippetti nascono dalla passione comunicativa. E' accaduto così con Giotto, accade ora con l'altro gigante del realismo cristiano: Caravaggio. Innumerevoli incontri, presentazioni, visite guidate; infine la scrittura. Una scrittura limpida, entro una cornice narrativa che non dispiacerà ai tanti ragazzi che gli sono grati per Il Vangelo secondo Giotto; una scrittura stratificata, gremita di memorie letterarie capaci di deliziare i lettori più avveduti"
Racconta Filippetti: "Ore e ore davanti alle singole opere in Italia e in Europa; le tante mostre in cui per fortuna venivano riportate in luoghi accessibili le tele finite in lontani musei, magari oltre oceano; alcuni libri davvero interessanti; i tanti allestimenti da me curati in giro per la Penisola della fortunata mostra didattica del 1998 Ex umbris in veritatem e - ancora una volta, come già era accaduto con Giotto - le tante domande, le pro-vocazioni, gli inviti ad approfondire. Quindi la stesura del volume.
In alcuni allestimenti della citata mostra didattica, ho disposto le riproduzioni in cinque stanze in sequenza tematica e non cronologica, con evidente guadagno didattico almeno per i più piccoli e i non addetti ai lavori.
Preparando coloro che avrebbero poi tenuto le visite guidate mi accorgevo che nomi come Giuditta, Oloferne, Betulia, Pero e Cimone, Caterina d'Alessandria... vagolavano quali naufraghi a volte aggrappandosi a precari appigli di memoria: occorreva dunque che ciascuna di quelle storie che Caravaggio aveva messo teatralmente in scena, venisse innanzitutto raccontata. Senza dare niente per scontato, se è vero che nel volume proprio su Caravaggio che nel 2003 ha aperto la fortunata riedizione dei "Classici dell'arte" per i tipi di Skira-Corriere della Sera, capita di leggere che una celeberrima tela della National Gallery di Londra rappresenta "i tre (sic!) discepoli" di Emmaus (p. 118)! E non è un refuso: è piuttosto crassa ignoranza sulla sostanza, in storici dell'arte che sanno tutto sulle tecniche e sulle apparenze formali!
Raccontare le singole tele, prima di entrare negli aspetti della tecnica pittorica, sulla quale poi far parlare l'autore, quasi entrando nella sua officina creativa; capirne l'opera nel contesto della Riforma Cattolica; e dare al tutto una "cornice" teatrale-narrativa, manzonianamente verosimile: tutto questo ho cercato di fare, in decine e decine di presentazioni".
Nella presentazione viene mostrato tutto il percorso creativo di Caravaggio, con un potente mezzo tecnico che permette di ammirare su maxischermo le riproduzioni ad alta definizione delle tele, con zoom dinamici sui particolari anche più minuti.
|