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La Maestà di Duccio di Buoninsegna
Racconto della passione, morte e resurrezione di Gesù

Duccio ci ha lavorato tutto solo per trentadue mesi, dal 1308 al 1311, con un salario giornaliero di sedici soldi senesi: quelle monete su cui era scritto Sena vetus civitas Virginis.
La Madonna in Maestà: la Madonna in trono, col Bambino, tra gli angeli e i santi della corte celeste.

Opera gigantesca, la Maestà: una tavola di cm 370x450 dipinta su entrambi i lati, processionalmente portata in duomo e collocata sull'altar maggiore il 9 giugno 1311. E proprio a Maria Vergine è dedicato il duomo di Siena: all'Assunta, che si celebra il 15 agosto. Assunta in Cielo e incoronata regina del cielo e della terra. Un maestoso destino di gloria cui perviene la Mater dolorosa, proprio come il Figlio.

La Passione, ovvero l'apice dell'evento redentivo, è il tema della Maestà di Duccio: le storiette della predella che sta alla base del prospetto con l'infanzia di Gesù mostrano l'Incarnazione nella prospettiva della Redenzione; le storiette della predella posta sul tergo, con i fatti della vita pubblica, mettono in scena gli episodi evangelici che si leggono in quaresima; sempre sul tergo, la grande Crocefissione è contornata da ben 24 storiette che raccontano - si direbbe minuto per minuto - i fatti del Triduo pasquale narrati nei Vangeli.
Ma la Passione e morte è "pasqua", ovvero passaggio verso un destino di gloria: evocato dal fondo-oro in tutte le storiette, disseminato in mille segni che l'homo simbolicus medievale sapeva leggere, è esplicito nel titolo dell'opera - Maestà - e nelle 16 storiette del coronamento, 8 nel prospetto con la gloria di Maria e 8 nel tergo con la gloria di Gesù.

La presentazione in Explorer Navigation del capolavoro di Duccio, permette di passare dallo sguardo panoramico all'ingrandimento dei particolari delle singole storiette. Di tutte le storiette: quelle conservate a Siena e quelle disperse nei diversi musei del mondo.

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