Sei in:  ...per un incontro » Explorer Navigation » Francesco secondo Giotto
   ascolta la musica associata a questa pagina leggi il testo  


Francesco secondo Giotto

La vita del Santo attraverso gli affreschi del giovane pittore nella Basilica Superiore di Assisi (nella situazione attuale e nella ritrovata cromia originaria) paragonati a quelli dipinti da Giotto molti anni dopo nella cappella Bardi della Basilica di Santa Croce in Firenze.

Chiede Pilato a Gesù: che cos’è la verità? Quid est veritas? L’antico aforisma provvede a rispondere, con perfetto anagramma della domanda: “Est vir qui adest”. La verità è quell’Uomo lì, presente davanti a me e a te. Quel fascino umano, quell’attrattiva cantata dal francescano Jacopone da Todi: "Cristo me trae tutto tanto è bello". Veritatis splendor: l’arte di Giotto riveste la Verità di splendente Bellezza. Bellezza reale.

Nella Cappella degli Scrovegni di Padova egli mette stupendamente in scena l’avvenimento dell’Incarnazione e della Redenzione; nella Basilica superiore di Assisi il suo permanere nella storia attraverso il fascino umano della santità cristiana.

Il genio del giovane Giotto s’impone ad Assisi, negli ultimi anni del ‘200: Giotto “spazioso”, anticipatore della prospettiva che verrà perfezionata nel ‘400; Giotto capace di trasferire sulla parete la tridimensionalità e la plasticità del reale, di contro alla bidimensionalità bizantina. Lo dicono tutti i manuali di Storia dell’Arte. Ma quale ne è il motivo profondo? Agevolare l’immedesimazione, ovvero “l’inter-esse”, il mio “esserci dentro”: non spettatore distaccato, ma interlocutore attratto “dentro” il fatto narrato. Accade così la conoscenza “affettiva”: il fedele, per il quale questi cicli pittorici sono pensati, è “colpito”, ferito dalla Bellezza.

L’ortodossia è totalmente salvata, ma ridetta non nel linguaggio della trasfigurazione bizantina, bensì in quello della raffigurazione realistica. Realismo del “segno”: il creato rimanda al Creatore; le cose naturali “recano l’impronta di Dio e ne rivelano il volto”; “la materia partecipa dello splendore di Dio, lo glorifica e porta a conoscerlo. Francesco d’Assisi la concepiva appunto così. Come dire la commozione da cui era colto allorché riconosceva nelle creature il segno, la potenza e la bontà del Creatore?” (Georges Duby).

Il Francesco di Giotto è un giovane uomo che rifiuta la vita piatta, fa sogni di gloria cavalleresca, ma la sua vita procede per sentieri zigzaganti. Fino a quel giorno del 1206, quando gli parla il Crocifisso di San Damiano. E’ la svolta. E Giotto la sottolinea con un potente escamotage: nelle tre scene che la precedono gli edifici sono illuminati da occidente. A partire da questa scena la luce entra invece da oriente: la strada di Francesco ha ora trovato il suo orientamento.

Nella presentazione riaccade l’esperienza dell’impatto con la bianca facciata della Basilica, dell’ingresso in chiesa con le azzurre volte punteggiate di stelle, del moto di andata verso l’altare e di ritorno verso il portale su cui convergono le Storie dell’Antico e del Nuovo Testamento dipinte nei registri superiori. Viene quindi mostrato tutto il ciclo delle 28 Storie francescane, con zoom - attraverso la tecnica dell' Explorer Navigation - sui particolari anche più minuti, perché come ama dire John Zielinski “Dio abita nei dettagli”.

Ciascuna delle 28 scene viene mostrata anche nella cromia originaria, virtualmente restituita e recentemente messa in mostra da Giuseppe Basile.
Suggestivo è anche il confronto con gli episodi riproposti da Giotto nella cappella Bardi in Santa Croce a Firenze, e con i versi dell’XI Canto del Paradiso di Dante.

Un patrimonio di Bellezza, tra pittura e poesia.
Un patrimonio sgorgato dal fascino umano di Francesco, patrono d’Italia.Una grande possibilità di tornare a dire senza retorica la parola patria: l’eredità di Bellezza che i padri ci consegnano, perché ne possiamo godere e farne dono ai posteri.

Explorer Navigation

Versione stampabile per descrizione e divulgazione dell'iniziativa




 Site by

www.r-st.eu R-ST Web site di Roberto Filippetti           Scrivi una mail a Roberto Filippetti Cont@ttami Valid HTML 4.01 Transitional  Valid CSS Torna all'inizio