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MASOLINO E MASACCIO

Castiglione Olona (Varese) - Collegiata e Battistero
Firenze - Santa Maria del Carmine, Cappella Brancacci


Parafrasando Henri De Lubac che ha definito il secondo '400 come L’alba incompiuta del Rinascimento, potremmo parlare della prima metà di quel secolo come del Meriggio (provvisoriamente) compiuto dell'umanesimo cristiano.

Nell'arte di quel cinquantennio giganteggiano Masolino e Masaccio, Brunelleschi e Donatello, Gentile da Fabriano e il Beato Angelico.

È una pittura che guarda verso Roma in modo lieto e drammatico, ultimamente festoso: il peggio pare essere ormai alle spalle.

Lungo il '300, infatti, per una settantina d'anni, la sede pontificia era stata trasferita ad Avignone. Fu Caterina da Siena a volere a tutti i costi il ritorno del papa a Roma. E ci riuscì. Ma tra fine '300 e inizio '400 venti di tempesta erano tornati a soffiare sulla Navicella di Pietro. Finalmente, con il Concilio ecumenico di Costanza, nel 1417, finì lo scisma d’Occidente durante il quale la Chiesa era giunta ad avere tre papi. Il nuovo pontefice Martino V nel 1420 entrò in Roma, e lavorò per riportarla all'antico splendore. Tra il 1425 e il 1430 Gentile da Fabriano e Pisanello realizzarono un imponente ciclo di affreschi (oggi perduti) nella cattedrale di San Giovanni in Laterano, con tutta la storia del Battista; Masolino (forse insieme a Masaccio) affrescò tra il 1427 e il 1430 la Cappella di Santa Caterina d'Alessandria - ancor oggi ben conservata - in San Clemente, su commissione del cardinale Branda Castiglioni.

Certo, i pericoli non mancavano, tra eresie come quella hussita nel cuore dell'Europa e minaccia dei turchi Ottomani che si avvicinavano a Costantinopoli, la seconda Roma. Cadrà nel 1453, proprio nell'anno in cui si concluse la Guerra dei cent'anni.

Ma in quei primi decenni del secolo la Chiesa semper reformanda godette per lo spettacolo della santità e della Bellezza. Già nel tardo '300 dall'Olanda s'era irradiata la Devotio moderna. L'Osservanza domenicana, nata da Caterina da Siena e Raimondo da Capua, vide esplodere a Firenze accanto a Sant’Antonino Pierozzi, il genio del Beato Angelico. Nell'alveo dell'Osservanza Francescana si stagliavano uomini come san Bernardino da Siena e san Giovanni da Capestrano (e, sempre in casa francescana, il cardinale Bessarione penserà assieme a Piero della Francesca il grande ciclo di affreschi di Arezzo, poco dopo la metà del secolo).

A Firenze, in casa carmelitana, fiorì la Cappella Brancacci, capolavoro assoluto di Masolino e Masaccio (1424-27): proprio questo è il ciclo di affreschi, che viene proposto in forma di presentazione explorer navigation. Vi si narra tutta la storia di san Pietro, con lo sguardo appunto verso Roma tornata ad essere sede del Papato. Qui Masaccio cent'anni dopo Giotto torna a "scolpire" plasticamente, drammaticamente e perentoriamente le figure. Invece Masolino le "dipinge", le accarezza coi colori, teneramente, ponendosi così accanto al Beato Angelico, anch'egli discepolo dello Starnina.

Questa presentazione nella prima parte propone i due cicli di affreschi di Castiglione Olona - l'isola toscana di Lombardia - dove il cardinale Branda Castiglioni nel 1435 chiama Masolino (assieme al Vecchietta) ad affrescare la volta del presbiterio nella Collegiata, con i fatti dell'infanzia di Gesù e della gloria di Maria; poi la Cappella di San Giovanni Battista: perduto il capolavaro di Gentile da Fabriano in Roma, rimane questo il più completo racconto quattrocentesco della vita del Precursore. Quando si esce dalla Cappella può sorprendere l'ultimo affresco del ciclo: una carta topografica della Roma del tempo, col Tevere, il Pantheon, le mura aureliane, la Colonna di Traiano e quella di Tito, le grandi basiliche. È l'ulteriore conferma che l'arte del tempo converge (meglio: uni-verge) sull'Urbe da cui s'irradia verso l'orbe terraqueo la luce della fede. A Castiglione Olona Masolino ci si mostra come il pittore dei “movimenti soavi e grati” cari a Leon Battista Alberti; egli ama la dolcezza dei volti, la delicatezza delle forme, e sempre la leggiadria, la morbidezza, l'equilibrio, la gentilezza, la grazia. Egli è “un pittore dalla sensibilità musicale”.

Il cardinale Branda Castiglioni per motto araldico aveva scelto questo versetto del profeta Geremia: “Dice il Signore: fermatevi sulle strade, guardate, informatevi dei sentieri antichi, quale sia la via buona e incamminatevi per essa e troverete refrigerio per le vostre anime”. Ecco: Masolino e Masaccio ci parlano di questo refrigerio. Tenero ed energico insieme.

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