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                       IL MENDICANTE DI STELLE
Van Gogh approda al Liceo “Immacolata” di Cesena Laboratorio fotografico
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Il giallo di Van Gogh


Ricostruzione della camera di Van Gogh ad Arles
Dialogo tra la sedia di Van Gogh e quella di Gauguin
Dialogo tra sedie
La presenza del fratello Theo
Il fratello Theo

Gli studenti si guardano dentro
Descrivi te stesso...
Riflessione conclusiva del dirigente scolastico
L'esperienza vissuta
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La camera di Van Gogh ad Arles sotto l'occhio vigile dei R.I.S

Uno dei pannelli della mostra fotografica Van Gogh, un grande fuoco nel cuore mostrava la celebre camera del pittore nella Casa Gialla ad Arles, dipinta nel 1888. Da qui l’idea di ricreare quella stessa stanza il più realisticamente possibile, così da rendere la visita guidata un vero e proprio percorso nella vita del pittore.
Innanzitutto si è analizzata l’opera nei suoi minimi dettagli e poi è scattata la ricerca di tutti i complementi d’arredo nelle cantine e nelle soffitte di studenti e insegnanti del Liceo, nei mercatini dell’antiquariato locale e, laddove non è stato possibile trovare l’occorrente, si è proceduto alla sua realizzazione manuale.

Il risultato è stato straordinario, tanto che la comune sensazione manifestata dagli spettatori può essere racchiusa nella parola “partecipazione”. Trovarsi dentro il quadro ha permesso davvero di entrare ancor più non solo nell’opera di Van Gogh, ma nella sua stessa vita, partecipando alle sue emozioni quotidiane.

Per completare l’esperienza, si è deciso di attualizzare la scena, consentendo a un agente dei R.I.S
– uno studente che ne calzava perfettamente i panni – di esaminare i dettagli della stanza, in modo da ricavarne qualche informazione in più sul pittore.

Ciò su cui immediatamente si è indirizzata l’attenzione dello spettatore è il letto: è vuoto ed è ben sistemato, a riprova che chi vive in quella stanza si è già alzato, nonostante la luce che riempie il dipinto faccia pensare al mattino. Sembrerebbe confermare ciò anche la finestra, socchiusa sia nelle ante interne sia in quelle esterne, come se il pittore avesse voluto arieggiare la stanza dopo la notte di sonno, senza lasciarla però inondare dall’aria fresca delle prime ore del mattino e dalla luce abbagliante per chi ha gli occhi ancora abituati al buio della notte.

Il pittore non è però ancora uscito: il cappotto, sporco di pittura, e il cappello sempre utilizzato per i suoi dipinti en plein air sono ancora appesi all’attaccapanni, dietro la testata del letto, insieme ad altri indumenti di uso quotidiano. A fianco una delle due sedie presenti nel dipinto, rivolta verso il letto, quasi a svolgere la funzione di comodino; la stessa sedia, rappresentata in altri dipinti, si trova sormontata da pipa e tabacco: forse oggetti che sono stati posati lì prima di addormentarsi e già ripresi dal pittore al suo risveglio.

In fondo, sulla sinistra, il tavolo con gli oggetti per la toilette quotidiana: tutto è semplice e in ordine, sormontato da uno specchio nel quale probabilmente si sarà specchiato non solo al risveglio, ma anche per indagare occhi e anima tutte le volte che ha cercato di mettersi a nudo in uno dei suoi innumerevoli autoritratti, come quello con l’orecchio bendato a seguito della lite con l’amico Gauguin.

A riempire le pareti e la solitudine i dipinti degli amici più cari: Boch e Milliet sono lì ad osservarlo e ad accompagnarlo con il loro sguardo benevolo. Tutta la Casa Gialla era piena di dipinti di amici, quegli stessi amici che era sua intenzione ospitare per creare tra quelle mura una sorta di “comunità degli artisti”, dove confrontarsi e aiutarsi nella comune vocazione pittorica. Non è certo un caso che all’interno dell’abitazione siano state rinvenute 12 sedie, a ricreare anche simbolicamente la prima comunità cristiana dei 12 apostoli.

L’atmosfera della stanza risulta dunque familiare, domestica, accogliente, anche grazie all’uso del colore azzurro; a tale proposito lo stesso Van Gogh aveva dato indicazioni precise in una sua lettera al fratello Theo: “Il colore qui deve creare la cosa e, dando, con la sua semplificazione, un più alto stile alle cose, suggerire il riposo o il sonno in generale. Insomma, la vista del quadro deve riposare la testa o piuttosto l'immaginazione. ( ... ) vedi come è semplice la concezione. Ombre e ombre proiettate sono soppresse, è colorato a tinte piatte e decise come le stoffe dipinte"

L’ispezione dell’agente dei R.I.S. si concludeva facendo osservare allo spettatore presente come la disposizione degli oggetti e la prospettiva impiegata non facciano altro che condurne lo sguardo verso un punto centrale ben preciso: la sedia vuota a fianco del letto, in attesa di qualcuno che possa riempire quella solitudine e quel bisogno d’amore che non possono colmare le presenze amiche alle pareti.

Forse proprio lo spettatore può occupare quelle sedie vuote e il tentativo di far entrare il visitatore nella vita di Van Gogh ha rappresentato proprio il desiderio di una conoscenza profonda, che andasse oltre allo sguardo talvolta troppo rapido con cui ci soffermiamo di fronte a un dipinto.

Silvia Antonelli - Maria Grazia Cantoni - Giulia Fiumana - Elisa Venturi












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